AGLI DÈI DELLA NOTTE'
Sono distesi a giacere, i Grandi. I catenacci sono apposti, le serramenta
sono applicate. Folle e uomini sono tranquilli. I portali spalancati sono
ora chiusi Gli dèi del paese e le dee del paese, Shamash, Sin, Adad
e Ishtar', sono andati in cielo a dormire. Ora non pronunziano giudizi, ora
non prendono decisioni. La notte ha disteso i suoi veli. Il tempio e i luoghi
santissimi' sono tranquilli ed oscuri. Il viaggiatore invoca il suo dio, e
il litigante indugia nel sonno. Il giudice di verità, il padre degli
orfani, Shamash, si è ritirato nella sua camera. O Grandi, o Dèi
della notte, o splendente, Gibil , o guerriero, Irra ', o stella dell'arco
e stella del giogo, o Plciadi, Orione e Dragone, o Orsa Maggiore, Stella della
Capra, o Bisonte', state da presso, e ora, nella divinazione che vado compiendo,
nell'agnello che presento in offerta ponete per me la verità.
LA PAROLA DI BEL-MARDUK `
Di ciò che è fondato come il giorno, chi può definire
l'essenza? Della sua parola, che come il giorno è fondata, chi può
definire l'essenza? La parola del dio grande è come il giorno fondata:
chi può definirne l'essenza? La parola che, in alto, pone i cieli in
riposo, la parola che, in basso, fa riposare la terra, la parola degli Anunnaki',
di distruzione, la sua parola non ha indovino, non ha esorcizzatore, la sua
parola è un diluvio che avanza, non ha rivali, la sua parola pone i
cieli in riposo, fa riposare la terra! La parola del Signore fa morire il
cespuglio di canne nella sua maturità. La parola di Marduk allieta
la mèsse a tempo suo. La parola del Signore è la piena che avanza,
che rende tristi i volti. La parola di Marduk è lo straripamento che
rompe la diga'. La sua parola annienta i grandi santuari. La parola di Bel
è un soffio, l'occhio non la vede. È un sogno che non si vede!
La sua parola è detta all'uomo nel dolore e allora l'uomo geme. La
sua parola, quando avanza silente, distrugge il paese. La sua parola, quando
avanza imponente, abbatte le case, getta il paese nel pianto. La sua parola
è un vaso sigillato: chi può definirne l'interno? La sua parola
fa sofferente la gente, indebolisce la gente. La sua parola, quando si innalza,
fa soffrire il paese. La sua parola, quando si abbassa, annienta il paese.
Alla sua parola i cieli nell'alto si calmano da soli. All'altezza appartiene
la sua parola!
A SHAMASH'
I. Shamash, quando vieni fuori dalle grandi montagne, quando appari dalle
grandi montagne, dalle montagne dove è la grotta delle sorgenti,...
allora avanzano i Grandi Iddii per ottenere giustizia da te, gli Anunnakil
si avanzano per pronunziare sentenza dinanzi a te e gli uomini e tutti i popoli
insieme in te pongono le loro speranze, gli animali che da soli camminano,
i quadrupedi, alla tua grande luce volgono gli occhi.
II. Grande eroe, quando appari nel mezzo del cielo splendente, potente eroe Shamash, quando in mezzo al cielo splendente tu appari, e nella serratura del cielo splendente introduci la chiave, e il chiavistello del cielo raggiante rallenti, quando la grande porta del cielo raggiante tu apri, e l'augusta porta del cielo raggiante rimuovi, allora, pieni di giubilo, Anu e Bel' ti rendono omaggio, Belitili ° sta dinanzi a te in estasi. Gli abitanti della terra ti attendono impazienti. Gli dèi del cielo e della terra ti stanno dinanzi. A te si presenta colui che è legato per essere sciolto, colui che è malato per ricevere vita.
III. Tutto accordi a chi ti è amico, a chi è povero un figlio concedi. A coloro che sono rinchiusi apri lo splendore del cielo, a quegli che nulla vede doni la luce. Tu leggi le tavole che sono sigillate e non aperte,nel corpo degli agnelli scrivi un segno oracolare . Giudice degli dèi, signore degli Igigi , Shamash, signore del destino dei paesi, signore della creazione tu sei.
IV. A tutti gli uomini tu poni la legge. Giusto Iddio tu sei. Proprio sei il dio della giustizia e della sapienza dei paesi. Il pio riconosci, il malvagio tu scopri. Shamash, la giustizia innalza dinanzi a te il suo capo. Shamash, come da sferza il malvagio dinanzi a te è lacerato.
V. Signore, che nelle
tenebre illumini ed apri il fosco volto, Iddio clemente che gli umiliati solleva,
i deboli protegge, nella tua luce i grandi dèi sperano, al tuo volto
guardano tutti gli Anunnaki. Accordi le lingue e le guide come unica sostanza.
A testa alta essi' guardano verso la luce del sole e appena ti presenti, tripudiano
e giubilano. Sei la luce dei limiti del lontano cielo, il vessillo sei della
vasta terra. Gli uomini innumeri a te volgono l'occhio e gioiscono.
AL SOLE'
O Illuminatore di tenebre, o Shamash, llluminatore di tenebre, come rete i
tuoi raggi sono lanciati sopra il paese, le potenti montagne sono rivestite
del tuo fulgore, il tuo splendore riempie la distesa della terra. Quando ti
levi sopra le montagne, scruti le contrade, trattieni i confini della terra
sospesi dal centro del cielo. La gente del mondo, tutti, tu vigili. Tutto
quanto Ea , il re-consigliere, volle creare, insieme lo custodisci. Quelli
che hanno vita, tu li hai in cura, sei il pastore di ciò che è
in alto, di ciò che è in basso. Fedele non sosti dal trascorrere
attraverso i cieli, l'ampia terra ogni giorno visiti, costante passi sopra
gli ampi mari, tu, i cui interni abissi nemmeno gli Igigi' conoscono. Di tutti
i paesi, anche di quelli che parlano lingue straniere, tu i piani prevedi,
del loro cammino sei osservatore. Stai presso il pellegrino cui difficile
è la via, al navigante dai coraggio, sull'acqua, sui sentieri non noti
guidi il cacciatore, il mercante con la sua borsa salvi dall'inondazione,
il corno di chi fa abominazione' distruggi, di quegli che altera le cifre
di un conto il fondamento capovolgi, al giudice infedele fai vedere la prigione,
a quegli che si fa corrompere da danaro e perverte la giustizia mandi punizione.Con
cupa voce il debole te invoca, il miserabile, il tapino, il maltrattato, il
povero dinanzi a te fiduciosi con salmi ed offerte vengono. Quando lontana
è la famiglia, quando distante è la città, nel timore
delle aperte campagne, dinanzi a te viene il pastore. Il pastorello che è
in confusione, il pastore in mezzo ai nemici, o Shamash, a te si presenta.
La carovana che avanza in timore, il mercante nomade, il venditore ambulante
che porta il pesante fardello, a te, o Shamash, si presentano. Il pescatore
che alle reti lavora, il cacciatore, quegli che lotta contro animali selvaggi
e sta ad aspettare presso le loro tane, quegli che tende le panie, a te si
presentano. Il ladro, il rapinatore, il nemico del sole, il vagabondo errante
per i sentieri del deserto, dinanzi a te vengono. I morti erranti, le ombre
labili, dinanzi a te vengono, o Shamash. Coloro che attraverso la vasta terra,
coloro che salgono sulle alte montagne, i mostri del mare che sono pieni di
potenza terrifica, ciò che il mare produce, tutto ciò che appartiene
al Profondo, i banchi pescosi che il fiume produce, sono in tua presenza.
AL DIO LUNA'
O Signore, eroe degli dèi, in cielo e in terra esaltato come unico,
Toro feroce, che hai spesso corno, che hai gambe perfette, e barba di lapislazzulo,
e pieno sei di opulenza e di abbondanza, rampollo autocreatosi , cresciuto
in pienezza di forme, piacevole a vedersi, di esuberanza infrenabile, ventre
che a tutto dai nascita', che dimori in un'abitazione santa, con viventi creature
, generatore, misericordioso nelle sue disposizioni, che ha nelle mani la
vita dell'intero paese, o Signore, la tua divinità riempie di terrore
l'ampio mare, i cieli lontani, o principe potente il cui cuore profondo nessuno
degli dèi penetra, veloce puledro cui le ginocchia mai sono stanche.
che apre la strada agli dèi suoi fratelli , la luce del quale si leva
dalla radice del cielo allo zenith, che apre la porta del cielo e concede
luce a tutte le genti, o tu, quando il tuo verbo come vento trascorre traverso
il cielo arricchisci di cibo e bevande il paese! o tu, quando il tuo verbo
stilla terra discende, verde vegetazione cresce! o tu, il tuo verbo fa grassi
l'ovile e la stalla, per ogni dove spande viventi creature! o tu, il tuo verbo
fa grassi l'ovile e la stalla, per ogni dove spande viventi creature!
INNO AD ISHTAR'
La dea lodata, la piú tremenda in mezzo alle dee. Riverisca ognuno
la padrona dei popoli, la piú grande in mezzo agli Igigi . Ishtar lodate,
la piú tremenda in mezzo alle dee. Riverisca ognuno la regina delle
donne, la piú grande in mezzo agli Igigi.
Ella è rivestita di piacere e di amore. Carica è di forza vitale, d'incanto e di voluttà. Ishtar è rivestita di piacere e di amore. Carica è di forza vitale, d'incanto e di voluttà.
Sulle labbra ha dolcezza. Vita è nella sua bocca. Al suo apparire il godere si sazia. Gloriosa ella è. Veli sono sparsi sulla sua testa. Il suo volto è bello. Fulgenti sono i suoi occhi.
La dea: con lei vi è deliberazione'. Il destino d'ogni cosa tiene nelle sue mani. Al suo sguardo nascono gioia, potere, magnificenza, la divinità protettrice e lo spirito custode'.
Dimora in compassione e amicizia. Di esse ha cura. Di piú possiede davvero la piacevolezza. Schiavo, fanciulla libera, madre, ella li preserva. La si invoca, fra le donne si chiama il suo nome.Alla sua grandezza chi mai può eguagliarsi? Forti, esaltati, splendidi sono i suoi decreti. Ishtar - alla sua grandezza chi può eguagliarsi? Forti, esaltati, splendidi sono i suoi decreti.
È desiderata in mezzo agli dèi. Eccelso è il suo rango. Rispettata è la sua parola, suprema sopra di loro. Ishtar in mezzo agli dèi - eccelso è il suo rango. Rispettata è la sua parola, suprema sopra di loro.
È la loro regina. Senza sosta provvedono a eseguire i suoi comandi. Si inchinano tutti dinanzi a lei. La sua luce ricevono dinanzi a lei. Donne ed uomini, invero, la riveriscono.
Nella loro assemblea, potente è la sua parola, dominante. Dinanzi ad Anum , loro re, è il loro pieno sostegno. Ha il fondamento nell'intelligenza, nell'abilità, nella saggezza. Insieme si consigliano: ella e il suo signore.
Insieme occupano la sala del trono. Nella camera divina, dimora della gioia , dinanzi a loro gli dèi prendono posto. Alle loro parole sono attenti.
II re loro favorito, diletto ai loro cuori, con magnificenza loro offre i suoi puri sacrifici. Ammidatana, in pura offerta delle sue mani, a loro presenta buoi grassi e gazzelle.
Da Anum, suo sposo, ella si è compiaciuta di chiedere per lui una vita durevole, lunga. Molti anni di vita ad Ammidatana ella ha concesso, Ishtar ha deciso di dare.
Con i suoi ordini
a lui ha assoggettato le quattro regioni del mondo, ai suoi piedi, e la totalità
delle nazioni ha deciso di attaccarle al suo giogo.
LAMENTAZIONE PER ISHTAR
Te invoco, o Signora delle signore, o dea delle dee, o Ishtar, regina di tutti
i popoli che guidi l'umanità a giustizia, dove volgi lo sguardo, quegli
che è morto rivive, quegli che è ammalato guarisce, il disperso
che vede il tuo volto ritrova la strada. A te ho levato il mio grido, in sofferenza,
in abbandono, in angoscia, come tuo servo. Guardami, mia Signora. Le mie preghiere
accetta. Con fedeltà volgimi lo sguardo. Le mie suppliche ascolta.
Promettimi perdono, e il tuo spirito sia pacificato. Pietà! per il
mio corpo miserabile che è pieno di confusione e di turbamento. Pietà
per il mio cuore ammalato, che è pieno di lagrime e di sofferenza.
Pietà per le mie povere interiora che sono piene di confusione e di
turbamento. Pietà per l'afflitta mia casa che solleva amari lamenti!
Pietà per i miei sensi che sono sazi di lagrime e di sofferenza! O
esaltata Irnini , feroce leone, il tuo cuore si calmi! O collerico toro selvaggio,
il tuo spirito sia pacificato! II favore dei tuoi occhi posi sopra di me.
Con il tuo volto fulgente volgiti a me in fedeltà. Scaccia i mali incantesimi
dal mio corpo, concedimi di vedere la tua splendida luce. Sono agitato come
acqua in tempesta che un vento maligno rende violenta. II mio cuore vola:
agita le ali come uccello del cielo. Come colomba mi lamento giorno e notte.
Sono abbattuto e amaramente piango. Con lamenti, con ahimè, con povero
me, sono angustiato. Perdona il mio peccato, la mia iniquità, le mie
azioni vergognose e la mia offesa.Passa sopra alle mie azioni vergognose.
Accetta la mia preghiera. Sciogli le mie catene, assicurami il riscatto, guida
i miei passi nella via giusta, raggiante come ero fammi entrare nelle vie
dei viventi. Parla sì che al tuo comando il dio di collera sia favorevole,
e la dea che si adirò con me si volga di nuovo. Il mio braciere, ora
spento e fumoso, fiammeggi, la mia torcia, ora estinta, sia riaccesa, la mia
famiglia dispersa si riunisca, ampio sia il mio stabbio, la mia stalla sia
allargata. Accetta l'umiliazione del mio volto, ascolta le mie preghiere.
Con fedeltà guardami e accetta la mia supplica. Quanto a lungo, mia
Signora, sarai in collera e mi volterai la faccia? Quanto a lungo, mia Signora,
sarai infuriata e il tuo spirito sarà iroso? Volgiti ancora verso di
me, sia il volto tuo favorevole. Come l'acqua che fluisce all'apertura di
un canale, si sciolgano i tuoi sentimenti. 1 miei nemici come suolo fammi
calpestare. Soggioga coloro che mi odiano e fa che siano frantumati sotto
di me. Concedi che le mie preghiere e le mie suppliche ti raggiungano. Sia
sopra di me la tua grande misericordia. E coloro che mi vedranno sulla strada,
magnifichino il tuo nome. A me, poi, concedi di glorificare la tua divinità
e la tua potenza, dinanzi agli uomini-testa nera , dicendo: Ishtar veramente
è elevata, lshtar veramente è regina! La Signora veramente è
elevata, la Signora veramente è regina! Irnini, la valorosa figlia
di Sin , non ha rivali.
LA NASCITA DEI. MONDO E DEGLI DEI
Quando in alto il cielo non ancora aveva avuto nome , e di sotto la terraferma
non ancora era stata nominata, nulla vi era, se non l'Apsu primordiale, loro
generatore, e Mummu-Tiamat , colei che tutto generò, e le loro acque
erano mescolate in un unico corpo. Non ancora una capanna di canne era stata
coperta con stuoie , non ancora era emersa una terra paludosa, né dio
alcuno era stato portato ad essere, i loro nomi non ancora erano stati nominati,
i loro destini non ancora determinati.Avvenne
allora che gli dei furono formati in mezzo a loro. Lahmu e Lahamu furono creati,
con nomi furono chiamati. Prima essi erano cresciuti in età e statura.
Anshar e Kishar furono formati, che sorpassavano gli altri. Trascorso il tempo,
anni aggiunti agli anni, erede loro fu Anu , rivale del padre: sì,
il primogenito di Anshar, Anu, fu eguale al padre. Anu a sua immagine generò
Nudimmud' . Questo Nudimmud fu dei suoi padri il signore, di vasta saggezza,
acutezza, potente in forza, più potente che l'avo suo Ansliar. Non
ebbe fra gli dei, suoi fratelli, rivale.I fratelli divini si unirono in banda
, disturbarono Tiamat alzandosi avanti e indietro, molestarono, si, il ventre
di Tiamat con la loro ilarità nella Dimora del Cielo. Apsu non riusciva
a infrenare il loro schiamazzo, e Tiamat restava senza parola al loro contegno.
Insolenti erano i loro atti . . . , insensati i loro modi, arroganti essi
erano. Allora Apsu , il generatore dei grandi dei, volgendosi a Mummu , il
suo visir, esclamò: , « O Mummu , visir mio, che consoli il mio
fegato , vieni qui e andiamo da Tiamat! » . Andarono, e si assisero
dinanzi a Tiamat, scambiandosi pareri sugli dei, loro primogeniti. Apsu, aprendo
la bocca, cosi si volse a Tiamat risplendente: « Il loro contegno è
veramente insolente nei miei riguardi. Di giorno non trovo sollievo, riposo
di notte non ho. Distruggerò, manderò in rovina le loro imprese.
La pace ritorni. Ci sia dato avere riposo! » . Appena Tiamat ascoltò,
andò in collera, al marito si volse. Sola infuriando e stillando dolore
nel cuore, incollerita gridava: « Che cosa? Dovremmo distruggere ciò
che abbiamo costruito?Le loro maniere sono, certo, arroganti, ma attendiamo
gentilmente ». Allora rispose Mummu, dando ad Apsu il suo parere. Il
parere di Mummu fu male accetto e sgradito:«Distruggi, padre mio, i
modi ribelli. Allora solo avrai sollievo di giorno, riposo di notte ».
Ad ascoltare, raggiante si fece il volto di Apsu, a causa del male che aveva
in mente contro i suoi figli`. In quanto a Mummu, al collo lo abbracciò,
quando egli sedette alle sue ginocchia per baciarlo . Ora quanto essi avevano
insieme complottato fu riferito agli dei, loro primogeniti. In piedi stavano
gli dei, quando ascoltarono, poi caddero nel silenzio e restarono senza parola.
Il vittorioso su tutti in saggezza, perfetto, ricco in astuzie, Ea , l'onnisciente,
indovinò il loro progetto. Un disegno maestro, per opporvisi, progettò
e preparò, contro l'impresa fece il suo insidioso incantesimo, eminente
e santo.Lo recitò e lo fece scendere sopra le acque profonde di Apsu,
addosso stendendogli il sonno. E in sonno profondo egli giacque. Quando Apsu
ebbe piegato e immerso nel sonno, a Mummu , il consigliere, impotente a muoversi,
sciolse le infule, strappò la corona , -il membro virile tagliò
e se ne impossessò . Poi, legato Apsu , lo uccise. Mummu anche legò
e lo custodi sotto chiave. Cosi stabili la sua dimora sopra Apsu-Oceano ,
cosi prese possesso di Mummu , trattenendolo per la corda del naso.
LA STORIA DEL DILUVIO
Vasta s'era fatta la terra, numerosa la gente, come i tori selvaggi muggiva il paese. (Enlil) il dio, fu disturbato dal loro clamore. Il loro strepito udì e ai grandi dei disse: « Opprimente si è fatto il clamore degli uomini, con il loro strepito mi turbano il sonno. La gente sia privata dei fichi, abbiano scarsa verdura per il ventre. Adad dall'alto scarseggi di pioggia. Nel basso non fluisca più acqua, non più scorra dalle sorgenti, il vento s'alzi spogliando, s'allontanino le nuvole, né più pioggia scenda dal cielo. Si ritiri la terra il suo prodotto, si volga d'altra parte il seno di Nisaba ».« Entra nella nave, la porta chiudine, caricavi il tuo grano, i beni, ciò che possiedi, la moglie, la famiglia, parenti, artigiani. Bestie del campo, creature dei campi, quante fra loro si nutrono d'erba, ti manderò, ed esse custodiranno la tua porta ». Atrakhasis apri la bocca a parlare, ad Ea, al suo signore, egli disse: « Mai costruii una nave. A terra fammi un disegno, perché vedendolo, possa costruire la nave!... ». Giunto che fu il terzo anno, la gente si fece aggressiva..., e quando il quarto arrivò, le dimore furono oppresse, le ampie dimore si fecero anguste'. Triste la folla errava in mezzo alle strade. Quando il quinto anno arrivò, la figlia bussa alla parte della madre e la madre non apre la porta alla figlia. La figlia controlla la bilancia alla madre, la madre controlla la bilancia alla figlia. Giunto che fu il sesto anno, si appronta il figlio come cibo, come cibo la figlia si appronta..., una famiglia l'altra divora. Come spettri di morti i loro volti erano velati. La gente viveva risparmiando il respiro... Nell'alto Adad fece scarsa la pioggia, nel basso fu sbarrato il fluire dell'acqua che non più scorreva delle sorgenti. La terra ritirò i suoi prodotti, si volse il seno di Nisaba. Di notte i campi divennero bianchi . L'ampia piana produsse cristalli di sali, né più pianta venne fuori, né grano germogliò. Le febbri assalirono gli uomini. Chiuso era ogni ventre, né più partoriva...Dotato di saggezza, l'uomo Atrakhasis -la mente volta ad Ea, suo signore -con il suo dio parla, e il suo signore, Ea, parla con lui. Aprí bocca Atrakhasis dicendo ad Ea, il suo signore: «O signore, gli uomini alzano grida. La tua ira consuma il paese. Ea, o signore, gli uomini gemono. La collera degli dei consuma il paese. E pure sei tu che ci hai creato. Fa cessare i dolori, le vertigini, i brividi, la febbre! » .
ANNI DI EQUITA E PIOGGE ABBONDANTI
Al re mio signore il tuo servo Adad-shum-usur. Saluti al re mio signore. Possano
Nabu e Marduk benedire il re mio signore molto riccamente. Assur , il re degli
dei, ha pronunziato il nome del re mio signore per la sovranità sulla
terra di Assur. Nel loro oracolo atten-dibile Shamash e Adad hanno deciso
in favore del re mio signore, per la sua sovranità sui paesi, per un
regno felice: giorni di giustizia, anni di equità, abbondanti piogge,
acque in pienezza. Gli dei sono riconciliati, l'adorazione delle divinità
si è estesa largamente, i templi sono arricchiti. Ciò gli dei
grandi del cielo e della terra hanno prodotto nel tempo del re mio signore.
I vecchi danzano, i giovani cantano, donne e fanciulle sono felici e gioiscono.
Mogli essi prendono,
le coprono con orecchini, generano figli e figlie -
e i figli sono educati (in casa).
Quegli che il suo delitto ha condannato alla morte, il re mio signore ha lasciato
vivere.
Quegli che era in prigionia da molti anni, è fatto libero.
Quegli che per molti giorni fu ammalato, è guarito.
Gli affamati sono stati fatti sazi, gli ignudi sono stati vestiti.
PRESCRIZIONI DIVINATORIE
PER IL GIORNO TABUIZZATO'
(ciò che non si fa in data settenaria, il 7, il 14 , il 21 , il 28.
Giorno nefasto. II pastore dei grandi popoli non mangerà la carne che è cotta sul carbone, che è affumicata, non muterà le vesti del suo corpo. non si vestirà di vesti chiare, non verserà libazione . Il re non salirà su carro, non parlerà trionfalmente. Nel luogo del mistero, il veggente non porrà parola. Non parlerà trionfalmente. Nel luogo dei mistero, il veggente non porrà parola -. II medico non porrà mano al malato. Non è permesso di fare una maledizione. Nella notte, il re offrirà la sua offerta volontaria ai grandi dei. Spanderà la sua libazione : la sua preghiera è gradita al dio .
AD AMON-RA
(Adorazione ad Amon-Ra, il toro dimorante in Eliopoli, capo di tutti gli dei, il Dio buono, il diletto, che vita conceda a tutto quanto ha calore e ad ogni buon bestiame.)
A te salute, Amon-Ra , Signore dei Troni dei Due Paesi , Quegli che presiede sopra Karnak , Toro di sua Madre, Quegli che presiede sull'Alto Egitto, Signore di Madjoi e governatore di Punt , Anziano del cielo, primogenito della terra , Signore di ciò che è, permanente in tutte le cose, Unico in sua natura come il Seme degli dei, Toro divino del Enneade capo di tutti gli dei, Quegli che fece il genere umano e creò gli animali, Signore di ciò che è, che creò l'albero fruttifero, fece le verzure e diede vita alle mandrie... La dolcezza di te è nel cielo settentrionale, la tua bellezza rapisce i cuori, l'amore di te fa languide le braccia, la tua forma bella rende deboli le mani, e i cuori, alla tua vista, ogni cosa dimenticano. Tu sei l'unico che fece tutto ciò che è, il solitario unico che costituì ogni cosa che esiste, dagli occhi del quale nacque il genere umano, dalla bocca del quale gli dei vennero ad essere, -egli che fece i pascoli per le mandrie e l'albero fruttifero per il genere umano, che fece ciò di cui vive il pesce nel fiume e gli uccelli che si librano in cielo. Egli che dà il respiro al germe nell'uovo, dà vita al figlio della lumaca, e crea ciò di cui la zanzara può vivere e (ciò che necessita) ai vermi e alle mosche, che provvede ai bisogni dei topi nelle loro tane e vita concede alle cose volanti su ogni albero. A te salute, che tutto ciò facesti! Unico solitario, con mani molteplici, che vigile trascorre la notte, mentre tutti gli uomini dormono, a tutte le creature procurando beneficio .,
AD ATUN
(Lode a Ra-Akhti
che si rallegra nell'orizzonte nel suo nome di
Shu , colui che è nel disco di Atun, vivente in eterno e per sempre...)
Bello tu appari all'orizzonte del cielo, tu, Atun vivente, cominciamento di vita! Quando ti sei levato all'orizzonte orientale, con la tua bellezza riempi ogni terra. Grazioso sei, grande, splendente e alto su ogni paese. I tuoi raggi circondano le terre fino ai limiti di tutto ciò che hai creato: come Ra ti spingi fino ai confini di esse, le soggioghi per il tuo figlio diletto. Sei distante, - ma i tuoi raggi sono sulla terra. Sei dinanzi ai loro volti, - ma nessuno conosce la tua via. Quando riposi nell'orizzonte occidentale, la terra è nelle tenebre, come in morte. Gli uomini dormono nelle loro camere, - le teste coperte -, né l'occhio dell'uno intravede l'altro. Si potrebbe rubare tutti i beni nascosti sotto le loro teste, ed essi non se ne accorgerebbero. Ogni leone è uscito dalla sua tana, tutti gli animali striscianti che pungono. La tenebra è un ricovero, e la terra è in silenzio, poiché colui che la fece riposa nel suo orizzonte. All'aurora, quando ti levi sopra l'orizzonte, quando rifulgi come Atun diurno,respingi le tenebre e fai dono dei tuoi raggi. Le Due Terre sono ogni giorno in giubilo, svegliate e stabili sui loro piedi, poiché tu le hai suscitate dal sonno. Mentre si bagnano le membra, mentre si coprono con le loro vesti, le loro braccia sono levate in alto, in lode, per la tua apparizione. Tutti compiono l'opera loro. Tutti gli animali godono dei loro pascoli. Alberi e piante fioriscono. Gli uccelli si librano dal loro nido, le ali tese in onore del tuo ka . Le bestie feroci balzano tutte in piedi. Ogni animale che vola o che si posa ha vita, quando tu per loro sei sorto. Le barche, intanto, salpano per il settentrione, per il meridione. poiché ogni rotta si apre alla tua apparizione. Dinanzi al tuo volto, il pesce guizza nel fiume. 1 tuoi raggi entrano nel seno del grande mare verde. Tu che animi il seme nelle donne, che crei il seme nell'uomo, che dai sostentamento all'embrione nel ventre della madre, che conforti quegli che sparge lagrime, tu, nutritore di chi è ancora nel ventre, che concedi il soffio per sostenere tutto ciò che hai creato! Quando (la creatura) scende dal ventre per respirare, nel giorno della sua nascita, gli apri ampiamente la bocca, ai suoi bisogni provvedi. Quando il pulcino, ancora nell'uovo, pigola all'interno del guscio, all'interno il soffio gli concedi per sostenerlo. Quando, all'interno del guscio, lo hai portato a maturità, perché possa rompere il guscio, al tempo della sua maturità ne viene fuori per pigolare e già saltella sulle zampe quando è venuto fuori. Quante sono le cose che hai creato! Esse sono nascoste al volto dell'uomo. O dio unico, pari al quale non vi è altri! Creasti il mondo secondo il tuo desiderio, quando eri solo: tutti gli uomini, il bestiame, le fiere selvatiche, tutto ciò che è sulla terra, che si muove su piedi, e ciò che è in alto, che vola con ali. I paesi di Siria e di Nubia, la terra di Egitto, -ogni uomo collochi al posto suo, ai suoi bisogni provvedi: ad ognuno il suo cibo, e per ognuno il tempo della vita è contato.Il loro parlare si distingue per lingue diverse, e così anche la loro natura. Differenti sono le loro pelli, perché crei distinzioni fra i popoli stranieri. Fai un Nilo nel mondo inferiore e lo porti fuori, secondo il tuo desiderio, per mantenere in vita la gente (di Egitto), poiché tu stesso l'hai creata. Signore di tutti loro, che per loro ti affaticai, Signore di ogni paese, che per loro sorgi, Atun diurno, grande in maestà, per tutti i remoti paesi stranieri, tu anche per loro crei vita. poiché hai posto un Nilo nel cielo , che per loro discende e che solleva onde sulle montagne, come il grande mare verde, per bagnare le campagne nelle loro città. Come efficaci sono i tuoi piani, o Signore di eternità! Il Nilo nel cielo è per i popoli stranieri e per le fiere di ogni deserto, che si muovono sui piedi, il Nilo emergente dal mondo di sotto è per l'Egitto. I tuoi raggi danno nutrimento a ogni prateria. Quando ti levi, essi vivono per te. Fai le stagioni perché cresca tutto ciò che hai creato, l'inverno per rinfrescarli, il calore perché ti gustino. Hai fatto il cielo distante per alzarti in esso, per poter vedere tutte le cose che hai create. Quando eri solo, sorgente nella tua forma come Atun vivente, mostrandoti, splendendo, allontanandoti o avvicinandoti, da te creasti milioni di forme, città, paesi, campagne, vie e fiumi. Ogni occhio sopra di loro ti contempla, poiché sei Atun del giorno sopra la terra... Tu sei nel mio cuore, e non vi è altri che ti conosca, salvo il tuo figlio Neppher-Khepheru-Ra Wa-en-Ra , poiché lo hai creato esperto dei tuoi piani e della tua potenza. La terra venne ad essere nella tua mano come tu li hai creati. Quando sorgi, essi vivono, quando tramonti essi muoiono. Sei la durata stessa della vita, poiché si vive solo grazie a te.Occhi contemplano bellezza fino a quando tramonti. Ogni opera è abbandonata quando cali ad occidente. Quando sorgi... fai rifiorire il re... giacché hai fondata la terra e (gli uomini) hai fatto nascere per il figlio tuo, che uscí dal tuo corpo: il Re dell'Alto e del Basso Egitto.
AD OSIRIDE
Gloria a te, Osiride! Tu, Signore di eternità, re degli dei! Tu che
hai molti nomi e sei sovrano nella tua essenza! Cui appartengono misteriose
cerimonie nei templi.
Egli è colui che possiede il nobile ka in Busiride e il sostentamento
abbondante in Letopolis: cui gli uomini levano grida di gioia nel nome di
Busiride, e che ha molte vittime in Heliopolis...'.
La sua sorella lo protesse, ella che mantenne lontani gli avversari e respinse
le imprese dei miscredenti grazie alle cose benefiche (che provenivano) dalla
sua bocca, ella che possiede lingua eccelsa' le cui parole non falliscono,
mirabile nel comando.
Benefica Iside, che protesse il fratello suo, che lo cercò senza stancarsi,
che attraversò il paese lamentandosi e che non ebbe pace fino a che
non lo trovò.
Ella che gli offrì riparo con le sue piume, e con le sue ali gli produsse
aria. Ella che levò grida di gioia e portò il fratello nel paese.
Ella che vivificò la debolezza dell Affaticato, che raccolse
il seme di lui e procurò un erede, che diede da succhiare al fanciullo
in solitudine, nel luogo in cui egli era restato ignoto, che lo condusse,
quando il suo braccio fu forte, nella sala di Keb .
L Enneade, piena di giubilo, levò grida: Benvenuto Horus, figlio
di Osiride! Vigoroso di cuore, giustificato! Figlio di Iside, erede di Osiride!
Il Tribunale di Verità si riunì per lui, l' Enneade e il Signore
di Tutto in persona, i signori di verità che ivi erano in assemblea,
che voltarono le loro spalle all'iniquità.
Essi tennero seduta nella sala di Keb allo scopo di assegnare l'ufficio al
signore di essa, la sovranità a colui cui doveva essere attribuita.
Fu trovato che la parola di Horus era veritiera, e a lui fu asse-gnato l'ufficio
del padre suo. Egli avanzò coronato per comando di Keb, ricevette la
signoria delle Due rive e la corona restò sicura sul suo capo.
La terra gli fu assegnata per suo possesso, e cielo e terra furono sotto la
sua autorità. Uomini, gente, popolo, genere umano, furono trasferiti
a lui. L'Egitto e gli abitanti del Settentrione e tutto ciò che il
sole circonda, furono sotto il suo governo, il vento del nord, il fiume, l'inondazione,
l'albero fruttifero e tutte le piante.
Il Dio del Frumento concesse tutte le sue verdure e le sue provvigioni al
Glorificalo. Egli portò sazietà e la pose in lutti i paesi.
Tutti gli uomini furono felici, lieti nel loro pensiero e con cuori giubilanti.
Tutti gli uomini levarono gridi di gioia, e ciascuno adorò la sua bontà:
«Quanto profondamente lo amiamo! La bontà di lui penetra i cuori,
e grande in tutti è l'amore per lui ».
Hanno abbandonato i suoi nemici al figlio di Iside...
Castigo è stato inflitto al miscredente.
Il figlio di Iside ha protetto suo padre, e il nome suo è stato fatto
nobile ed eccellente. Potenza ha occupato il suo seggio e Prosperità
persevera grazie ai suoi comandi. Le strade si stendono ampie e le vie sono
aperte.
Come sono felici le Due Terre! La malvagità è svanita e il male
è stato fugato. Il paese è felice sotto il suo signore. Il diritto
è stato riconosciuto per il suo signore, e all'iniquità è
stato volto il dorso.
Sii giubilante nel cuore, o Wennofre ! Il figlio di Iside ha assunto il diadema.
L'ufficio del padre suo gli è stato assegnato nella sala di Keb. Ra
, proprio lui parla; Thot, proprio lui scrive, e il tribunale assentisce.
Tuo padre Keb ha dato il comando per te, ed è stato fatto secondo quanto
egli ha detto.
LA STORIA DELLA SALVAZIONE DEL GENERE UMANO
Avvenne che (gli uomini complottassero contro) Ra , il dio venuto ad essere
da se stesso, quando era re degli dei e, insieme, degli uomini. Il genere
umano ordì qualche cosa in presenza di Ra. Ora sua Maestà --v.p.s.-!
era vecchio e le sue ossa erano d'argento, la sua carne di oro e la sua chioma
di lapislazzulo .
Comprese sua Maestà le cose che contro di lui si complottavano da parte
del genere umano. Allora sua Maestà - v.p.s.! - disse a quelli che
erano nel suo seguito: « Vi prego, convocate presso di me il mio Occhio,
Shu, Tefnut, Geb e Nut , insieme con i Padri e le Madri che erano con me quando
ero in Nun, e insieme con , il mio dio Nun . Egli porti la sua corte con sé.
La dovrà portare in segreto, evitare che il genere umano se ne accorga,
non fare che i loro cuori si salvino. Verrà con loro nella Grande Casa,
perché possano spiegare i loro piani, fin dal tempo in cui uscii da
Nun al posto in cui venni ad essere ».
Questi dei furono, allora, introdotti, e essi vennero accanto a lui, toccando
con le loro teste la terra in presenza di sua Maestà, così che
egli poté fare la sua dichiarazione in presenza del Padre degli Anziani,
egli che fece il genere umano, il re del popolo.
In presenza di sua Maestà, dissero: « Parlaci, affinché
ci sia dato di ascoltarti! ».
Allora Ra disse a Nun: « O anziano fra gli dei, nel quale io venni ad
essere, o dei antenati, guardate il genere umano che venne fuori dal mio Occhio.
Gli uomini hanno complottato contro di me. Ditemi che cosa fareste in questa
occasione. Non li massacrerò fino a quando non avrò udito ciò
che ne pensate » .
Allora la Maestà di Nun disse: « Ra, figlio mio, dio più
grande di colui che lo ha fatto e più potente di coloro che lo crearono,
se-dente sul tuo trono, il terrore di te è grande quando il tuo Occhio
è diretto contro coloro che intrigano contro di te! » .
Allora la Maestà di Ra disse: « Guardate. Se sono scappati nel
deserto, poiché i loro cuori sono presi dal terrore nel momento in
cui potrei parlar loro ». Essi dissero in presenza della sua Maestà:
« Che il tuo Occhio sia inviato per afferrare per te quelli che tramano
cose malvage. Ma il tuo Occhio non è sufficientemente prominente per
operare la loro distruzione in tuo favore. Esso dovrebbe discendere assumendo
la forma di Hathor » .
Venne, così, questa dea a sgozzare il genere umano nel deserto. Allora
la Maestà di questo dio disse: « Benvenuta, Hathor che per me
facesti l'opera per la quale venni! » . La dea rispose: « Come
è vero che tu per me sei vivente, io sono vittoriosa sul genere umano,
e ciò piace al mio cuore! » . La Maestà di Ra disse: «
lo prevarrò sopra di loro, come un re, riducendoli di numero!... ».
Allora Ra disse: « Chiamatemi veloci e rapidi messaggeri, tali che possano
correre come l'ombra di un corpo » . Tali messaggeri furono immediatamente
introdotti. La Maestà di questo dio disse: « Andate ad Elefantina
e portatemi ocra rossa in abbondanza ». L'ocra rossa gli fu portata.
La Maestà di questo grande dio fece che..., e Quegli -con -il -Fianco
-Sigillato che è in Heliopolis macinò questa ocra rossa. Quando
poi le schiave frantumarono l'orzo per far la birra, l'ocra rossa fu aggiunta
all'impasto. La birra era rossa come sangue umano. Furono fatte allora settemila
giare di birra. E la Maestà del Re dell'Alto e del Basso Egitto, Ra,
venne, insieme con questi dei, a vedere tale birra.
Ora, quando sorse il giorno del massacro del genere umano da parte della dea,
nella stagione in cui il Fiume trabocca, la Maestà di Ra disse «
Come è buona! Con essa proteggerò il genere umano! ».
Ra disse: « Ve ne prego, portatela al posto in cui si attende che ella
massacrerà il genere umano ». Allora la maestà del sovrano
dell'Alto e del Basso Egitto, Ra, uscì a lavorare presto nella profondità
della notte per spandere sopra di loro questo sonnifero. E i campi furono
riempiti di liquido per le palme, grazie al potere di questo dio.
La dea venne all'alba e trovò il posto inondato. Allora la sua faccia
si fece bella. Bevve e fu gioiosa nel suo cuore. Se ne tornò ubbriaca,
senza aver visto il genere umano.
IL NOME DI POTENZA DI RA
Incantesimo del nume divino, che venne ad essere per se stesso, che fece il cielo, la terra, l'acqua, il soffio di vita, il fuoco, gli dei, gli uomini, il bestiame piccolo e grande, le cose striscianti, gli uccelli, i pesci, re degli uomini e degli dei nello stesso tempo, i cui limiti vanno al di là del tempo, ricco di nomi, ignoto a quel dio, ignoto a questo dio.
Ora Iside era una
donna astuta. Il suo cuore era più abile che quello di un milione di
uomini. Era più eccellente di un milione di uomini, era più
acuta che un milioni di nobili morti. Nulla v'era in cielo e in terra che
le fosse ignoto, come Ra, che creò ciò che la terra contiene.
La dea nel suo cuore progettò di apprendere il nome del Dio augusto.
Ora Ra faceva la sua entrata ogni giorno a capo della sua ciurma, prendendo
posto sul Trono dei Due Orizzonti. Una divina vecchiaia aveva indebolito la
sua bocca. Egli lanciava la sua saliva a terra e la sputava intorno, facendola
cadere sul suolo. Iside la im-pastava per sé con la mano, insieme con
la terra su cui essa era (caduta). Costruì, così, un augusto
serpente, lo foggiò in forma di punta acuta. Esso non si rizzò
vivo di fronte a lei, ma ella lo lasciò al crocevia al di là
del quale il Grande Dio usava andare, secondo il desiderio del suo cuore,
attraverso i Due Paesi .
L'augusto Dio uscì dalle porte, insieme con gli dei del palazzo che
lo accompagnano, per poter passeggiare, come ogni giorno. L'augusto serpente
lo punse. Il fuoco vivente usci dalla sua presenza vitale, ed egli svenne
in mezzo all'erba. Quando il nume divino poté riprendere la sua voce,
il fracasso ch'egli fece raggiunse il cielo. La sua Enneade disse: «
Che c'è mai? che c'è mai? ». Ma egli non riuscì
a trovare la sua voce per rispondere. Le sue labbra tremavano, tutte le sue
membra erano scosse. Il veleno si impadroniva della sua carne, come il Nilo
si impossessa della terra dietro di sè.
Quando il grande Dio ebbe ricomposto il suo cuore, gridò al suo seguito:
« Aiutatemi, voi che veniste ad essere nel mio corpo, voi dei che usciste
da me. Vi faccio sapere ciò che è accaduto. Qualche cosa di
doloroso mi ha inferto un colpo mortale, il mio cuore non lo riconosce, i
miei occhi non l'hanno visto, la mia mano non lo ha fatto, e io del tutto
non so riconoscerlo in mezzo a tutte le cose che ho create. Non ho mai provato
un dolore simile a questo, e nulla vi è di più lancinan-te.
Io sono un nobile, figlio di nobile, il seme di un dio, che venne ad essere
come un dio. Sono il Grande, figlio di un Grande. Mio padre pensò il
nome mio. Sono abbondante di nomi e di forme. Le mie forme esistono nell'aspetto
di ogni dio. Sono chiamato Atum e Horus - di - Glo-ria . Mio padre e mia madre
mi dissero il mio nome, ma esso fu nascosto nel corpo mio prima ch'io nascessi,
affinché il potere di un mago o di una maga non potessero operare contro
di me. Mentre uscivo dalla porta per vedere ciò che avevo fatto e per
passeggiare nei Due Paesi che avevo creato, qualche cosa mi punse, non so
che cosa. Veramente fuoco non è, veramente acqua non è. Il mio
cuore è sul fuoco, il mio corpo è tremante, e tutte le mie membra
sono invase dal freddo nascente. Che mi siano portati i figli degli dei, i
Benèfici - di- Parola, che conoscono gli incantesimi, la cui sapienza
tocca il cielo ».
Allora i figli degli dei vennero, ciascuno di loro con il suo proprio lutto,
ma Iside venne con la sua astuzia, con il suo parlare che ha il Soffio - di
- Vita, con le sue recitazioni che espellono il male, e con le sue parole
che vivificano quegli la cui gola è stata soffocata. Ella disse: «
Che è, che è mai, padre mio divino? Un serpente ti iniettò
la debolezza? Uno dei tuoi figli alzò la testa contro di te? Allora
lo abbatterò con magia efficace, lo costringerò a ritirarsi
all'apparizione dei tuoi raggi ».
IL Dio santo aprì la bocca: « È che io stavo andando lungo
la strada, passeggiando per i Due Paesi e per le terre straniere, perché
il mio cuore desiderava vedere ciò che avevo creato, quando fui punto
da un serpente senza vederlo. Veramente fuoco non è, veramente acqua
non è, ma sono più freddo dell'acqua e più ardente del
fuoco. Tutto il mio corpo sta sudando, mentre rabbrividisco. Il mio occhio
non si fissa e non riesco piú a vedere. I cieli mi battono sul volto,
come in tempo di estate ».
Allora Iside disse: « Dimmi il tuo nome, mio padre divino, poiché
la persona, con il nome della quale si pronunziano formule magiche, ha vita
» .
« Io sono quegli che fece cielo e terra, che annodò fra loro
le montagne e creò ciò che vi è sopra di esse. Sono quegli
che fece le acque, così che la Vacca Celeste poté venire ad
essere. Sono quegli che fece il toro per la vacca, così che il godimento
sessuale poté venire ad essere. Sono quegli che fece il cielo e i misteri
dei Due Orizzonti, così che l'anima degli dei potesse esservi collocata.
Sono quegli che apri gli occhi suoi, così che le tenebre vennero ad
essere; quegli in obbedien-za al comando del quale il Nilo scorre, e il cui
nome gli dei non hanno conosciuto. Sono quegli che fece le ore, così
che i giorni poterono venire ad essere. Sono quegli che aprì l'anno
e creò il fiume. Sono quegli che fece il fuoco vivente, per portare
ad essere l'opera del Palazzo. Sono Khephri nel mattino, Ra a mezzogiorno
e Atum che è di sera ».
Ma il veleno non fu bloccato nel suo cuore, e il grande Dio non guarì.
Allora Iside disse a Ra: « Veramente il tuo nome non è fra quelli
che hai detto. Se me lo dici, il veleno verrà fuori, poiché
una persona il cui nome è pronunziato, ha vita » .
Il veleno bruciava con bruciore, era più potente che fiamma di fuoco.
Allora la Maestà di Ra disse: « Prestami orecchio, Iside, figlia
mia, affinché il mio Nome venga dal mio nel tuo corpo. Il più
divino fra gli dei lo nascose, affinché il mio posto possa essere ampio
nella Barca di Milioni di Anni . Se per la prima volta dovesse verificarsi
che esso esca dal mio cuore. riferiscilo a tuo figlio Horus, dopo che lo hai
minacciato con giuramento divino e hai posto il dio avanti ai suoi occhi »
Il Grande Dio svelò il suo nome a Iside, la Grande - in -Magia.
Striscia via, veleno di scorpione! Esci da Ra, o occhio di Horus! Esci dalla
bocca del dio che brucia, al mio incantesimo! Sono io che opero, io che invio
questo comando. Scendi a terra, o potente veleno! Vedi? Il Grande Dio ha svelato
il suo nome, - e Ra è vivente, il veleno è morto! Il tale dei
tali, figlio del tale dei tali, è vivente, il veleno è morto,
grazie alle parole di Iside la Grande, la padrona degli dei, che conosce Ra
nel suo vero nome.